Aurora boreale, tutto quello che devi sapere
Aurora boreale, ecco uno dei buoni motivi per un viaggio nelle terre artiche. Nella nostra esperienza come tour operator, ci sono capitate diverse occasione per vedere le luci del nord danzare nel cielo, tra l’oceano e le montagne alle Lofoten o vicino alla laguna di Jökulsárlón in Islanda. Sembra banale, ma è sempre come la prima volta. Lo stupore, l’emozione e l’incredulità la fanno da padrone e siamo felicissimi di poter condividere momenti come questi con altri viaggiatori. Alcune destinazioni meritano un viaggio anche solo per i paesaggi naturali o le esperienza culturali che offrono, ma l’aurora resta comunque la ciliegina sulla torta.
In questo breve articolo, abbiamo raccolto informazioni e curiosità sul fenomeno per aiutarti a capirci di più e magari cominciare a organizzare la tua avventura a caccia dell’aurora boreale.
Che cos’è l’aurora boreale?
L’aurora boreale è un fenomeno ottico dell’atmosfera, come lo sono ad esempio arcobaleni e fulmini. Visivamente si traducono in scie luminose con forme e colori diversi che appaiono nel cielo a determinate latitudini. Scientificamente, la loro origine si deve alle interazioni tra il campo magnetico terrestre e il vento solare carico di particelle, protoni ed elettroni, che colpiscono a grande velocità la ionosfera andando a collidere con atomi e molecole presenti nei vari gas degli strati più esterni dell’atmosfera, soprattutto ossigeno e azoto. L’energia prodotta si traduce in raggi luminosi colorati sopra le nostre teste.
Di che colore è l’aurora boreale?
Il colore più frequente, e anche quello più iconico, è il verde. Ci sono in realtà altre colorazioni come il bianco, rosso, rosa e viola. Da cosa dipende questa varietà? Dalla quota dove si generano le aurore e dal gas presente in quello specifico strato dell’atmosfera. Il verde e il blu sono tipici delle aurore che avvengono negli strati inferiori, a circa 200 chilometri, dove è presente l’ossigeno atomico. Mentre quelle più intense di colore viola e rosso avvengono negli strati superiori dove c’è ossigeno molecolare.
Che forma ha l’aurora boreale?
Non c’è una forma unica, anche perché ogni aurora boreale è fatta a modo suo. Unica nel suo genere. Alcune possono essere più statiche, mentre altre più dinamiche cambiando forma rapidamente. La più consueta è quella ad arco, ma ci si può davvero sbizzarrire trovando tantissime forme diverse, alcune delle quali possono assomigliare a qualcosa che conosciamo.
L’aurora boreale ha un suono?
Ebbene sì. Non è solo suggestione. Le aurore boreali emettono dei suoni quando gli elettroni in eccesso vengono scaricati a terra. Lo ha evidenziato il professore di acustica Unto K. Laine dell’Università Politecnica di Helsinki grazie a una serie di esperimenti nel villaggio di Fiskars. Gli studi riportano che nella maggior parte delle volte non veniva percepito alcun suono, ma il 5% delle aurore osservate, le più intense, registrava fischi, schiocchi e sibili, spesso in coincidenza con un’inversione di temperatura.
Dove vedere l’aurora boreale?
L’aurora boreale è visibile solo in alcune zone dell’emisfero boreale, nelle regioni artiche e subartiche. Questo perché, per la particolare geometria del campo magnetico terrestre e il fatto che le particelle sono attratte dal magnetismo dei poli, queste vanno a concentrarsi nel cosiddetto ovale aurorale che comprende solo determinate latitudini. Ecco perché si parla di luci del nord.
In linea di massima, le aurore polari si possono osservare in prossimità del Circolo Polare Artico e oltre, nelle aree dette circumpolari. Quando l’attività solare è molto intensa, nei casi di tempesta magnetica, si può osservare anche a latitudini più basse, perfino in Italia, ma sono casi molto eccezionali. Riassumendo l’aurora boreale si può vedere in Groenlandia, Alaska, Canada, Russia, Islanda e nel nord di Norvegia, Finlandia e Svezia.
Dove vederla in Europa?
Per chi vive in Europa, i luoghi considerati migliori per l’osservazione dell’aurora sono diversi ed è quindi difficile scegliere una location o un‘altra. Il parco naturale di Abisko in Svezia è perfetto per stabili condizioni meteorologiche. Le isole Lofoten in Norvegia e l’Islanda regalano incredibili paesaggi che fanno da sfondo allo spettacolo di luci. Le Svalbard godono di pochissimo inquinamento luminoso e assicurano quindi cieli bui, mentre la Lapponia con i suoi moltissimi laghi offre la possibilità di vederla riflessa sull’acqua. In poche parole, ognuna di queste destinazioni è capace di regalare emozioni uniche.
Quando vedere l’aurora boreale?
Mettiamo subito i puntini sulle i. L’aurora boreale si può osservare indicativamente da fine agosto a metà aprile a seconda della latitudine. L’importante è avere sufficienti ore di buio: ciò implica che durante alcuni mesi dell’anno sia impossibile vederla per il fenomeno del sole di mezzanotte, tipico delle regioni circumpolari, ossia quando il sole non tramonta mai ed è giorno perenne. Facciamo qualche esempio. A fine agosto è possibile vederla in Finlandia o in Islanda ma non alle Svalbard dove c’è ancora troppa luce.
Si dice inoltre che i periodi migliori siano quelli intorno ai due equinozi, quindi settembre e marzo, quando la terra è orientata perfettamente nei confronti del sole e si verificano intensi disturbi elettromagnetici per il cosiddetto “effetto Russell-McPherron“, teorizzato nel 1973, che favorisce l’interazione tra il vento solare carico di particelle e il campo magnetico terrestre.
Settembre potrà essere un’ottima scelta per quelli che temono le rigide temperature artiche. Mentre per gli amanti del freddo e dei paesaggi innevati, la scelta va indubbiamente su febbraio e marzo.
Come orario? Indicativamente dalle 21.30 alle 1 di notte. Ma ci sono stati notti in cui ha la dama verde ha ballato ininterrottamente per ore tenendoci tutti svegli e insonni.
Tutti gli anni sono uguali per l’aurora boreale?
Le aurore boreali dipendono dall’attività solare e il sole ha cicli di 11 anni nei quali si hanno un massimo solare e un minimo solare. Ecco perché ci sono anni particolarmente ricchi di tempeste solari, e di conseguenza grande attività aurorale e altri in cui invece è tutto più sottotono. Il prossimo massimo solare è previsto per il 2024/2025, quindi da ora in poi sarà un ottimo momento per godersi le luci del nord.
Come vedere l’aurora boreale?
Ci sono 3 condizioni necessarie per osservare il fenomeno. La prima è che ci sia attività tale da generare le aurore boreali. Poi serve buio e poco inquinamento luminoso intorno. Infine non può mancare un cielo piuttosto limpido, quindi bassa copertura nuvolosa. Se sussistono queste 3 condizioni, sarà la serata perfetta per osservare l’aurora.
In questa direzione, ci sono alcuni strumenti utili per prepararsi alla caccia all’aurora boreale. Imparare a conoscere il fenomeno, interpretando correttamente i dati, permette di sapere quali sono le notti più idonee. Sapevi che esistono delle previsioni a lungo e breve termine? Grazie ai satelliti infatti si possono rintracciare le eruzioni solari e scoprire la velocità delle particelle del vento solare così da prevedere l’intensità dell’aurora, espressa con l’indice kp. Il sito italiano che reputiamo più attendibile è quello di Davide Necchi, istruttore del CAI e viaggiatore appassionato di paesi artici, che non solo fornisce le previsioni ma anche spiega come orientarsi tra numeri.
Per le previsioni meteo, consigliamo il sito Vedur per l’Islanda che offre una mappa dettagliata sulla copertura nuvolosa (in bianco sono indicate le aree limpide e in verde quelle nuvolose). Per la Norvegia e le Isole Svalbard invece segnaliamo yr.no, il servizio meteo web dell’Istituto Metereologico Norvegese.
Aurora boreale in Italia
Non ci sono grandi possibilità di vedere l’aurora boreale in Italia, ma qualche volta è successo. Nella notte tra il 17 e il 18 novembre 1848 fu avvistata in diverse zone della penisola, tant’è che fu poi raffigurata dal pittore napoletano Salvatore Fergola. Il 24 ottobre 1870 fu osservata a Bologna e questa visione fu poi raccontata dal notaio Enrico Bottrigari nella sua opera manoscritta Cronaca di Bologna dove la descrive “di colore rosso che dardeggiava in ben tre punti dei raggi prolungati di luce bianca. Occupava non piccolo spazio di cielo da ponente a mezzogiorno, ma vedevasi spiccata affatto dall’orizzonte”. Più recentemente, il 25 settembre 2023, un cielo rosso ha stregato il Bergamasco e la Val Pusteria.
Perché la chiamiamo aurora boreale?
Nel 1619 Galileo Galilei conia il termine Aurora Borealis unendo il nome della divinità romana dell’alba, Aurora, all’aggettivo “borealis” che significa “nordica”. Ma il fenomeno ha destato interesse ben prima di ricevere un nome. Sono stati rinvenuti antichissimi dipinti murali datati 30.000 anni prima di cristo e Aristotele lo descrisse nella sua opera dedicata alla meteorologia. Sarà solo nel 1867, per l’esattezza il 13 dicembre, che il fisico norvegese Kristian Birkeland fornisce la prima spiegazione scientifica del fenomeno, associato alle tempeste elettromagnetiche e al campo magnetico terrestre.
Le leggende popolari
Tante e diverse sono le leggende popolari sull’aurora boreale. Immaginate come poteva essere straniante assistere ad un tale spettacolo quando ancora non si aveva una spiegazione scientifica. Ecco così che il mito si intreccia alla scienza. A volte l’aurora era collegata al fuoco, altre volte al ghiaccio o ad animali selvatici. In Finlandese, l’aurora boreale si chiama “revontulet“, ossia “fuochi della volpe”, in collegamento a un’antica leggenda secondo cui le luci del nord sono le scie luminose prodotte da una volpe artica che correndo sbatte la sua coda sulla neve. In Groenlandia invece i bagliori colorati erano associati agli spiriti dei bambini morti alla nascita.
Se non vuoi viaggiare da solo ma vorresti vedere l’aurora boreale almeno una volta nella vita, puoi unirti a uno dei nostri viaggi di gruppo invernali.
Norvegia – Isole Vesterålen e Lofoten e l’Aurora Boreale – Partenze 2024: 27 febbraio – 8 giorni
In Islanda – A caccia di Aurore Boreali – Partenze 2024 – 8 giorni: 12 febbraio – 11 marzo